In questa importante giornata proponiamo il sempre attuale appello alle Chiese Cristiane in Italia contro la violenza sulle donne del 2015.
“Non c’è più ebreo o greco, non c’è più schiavo o libero, non c’è più maschio e femmina; poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” ( Galati 3: 28).
Riconfermiamo che
“Leggendo quanto accade oggi, constatiamo che c’è stato un aumento di violenze sessuali e di genere contro donne, bambine, bambini e persone vulnerabili.
Ascoltando le dolorose testimonianze e le storie delle donne sopravvissute alle violenze sessuali, siamo incoraggiati e sfidati ad affermare la dignità, i diritti e i bisogni di tutte le donne, le bambine, i bambini e di quanti sono vulnerabili – o sono resi vulnerabili – a tali violenze.
Riconosciamo che la violenza sessuale e di genere si manifesta in molti modi diversi e spesso in contesti nascosti, tra cui l’abuso coniugale e il matrimonio infantile. Il suo impatto viene aggravato dallo stigma sociale, dalla discriminazione razziale, dalle divisioni socioeconomiche, dalla povertà, dall’abuso, dai conflitti armati e dalla mancanza di accesso a un’assistenza sanitaria di qualità nel campo della procreazione.
I temi relativi al comportamento sessuale e alle relazioni all’interno della famiglia sono tabù in molte chiese, e questo impedisce loro di essere un luogo sicuro e protettivo per le donne che sono vittime o sono minacciate dalla violenza sessuale e di genere. La chiesa invece dovrebbe contribuire attivamente all’eliminazione di tali violenze e abusi.
Fra gli obiettivi ONU sullo sviluppo sostenibile (SDG) il punto 5.3 chiede l’eliminazione dei matrimoni infantili e delle mutilazioni genitali femminili entro il 2030. Si stima che venti milioni di ragazze e di donne non abbiano ancora accesso a una completa educazione sulla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi servizi. È imperativo che le chiese, in collaborazione con la società civile, con le istituzioni governative e con le Ong, prendano le misure necessarie per rompere la cultura del silenzio e per affrontare i problemi che stanno colpendo donne e bambine, famiglie e comunità in tutto il mondo”.